
La corte europea dei diritti dell’uomo condanna la svizzera per la sua risposta insufficiente alla crisi climatica: una svolta storica nella tutela dei diritti umani.
La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha emesso oggi una storica sentenza condannando il governo svizzero per la sua insufficiente risposta alla crisi climatica e la conseguente violazione dei diritti umani. Oltre 2000 cittadine svizzere, in gran parte anziane, hanno ottenuto ragione presso la CEDU sostenendo che il riscaldamento globale stava minacciando la loro salute e qualità della vita. La Corte ha stabilito che la Svizzera ha violato l’articolo 8 della Convenzione europea sui diritti umani, il diritto al rispetto della vita privata e familiare, per non aver mitigato adeguatamente i cambiamenti climatici e proteggere i suoi cittadini dagli effetti negativi del clima.
Gerry Liston, avvocato del Global Legal Action Network, ha sottolineato che questa sentenza stabilisce un importante precedente europeo, esortando tutti i paesi a rivedere i loro obiettivi climatici per allinearli con l’Accordo di Parigi. Questa è una vittoria significativa per tutte le generazioni. La dottoressa Vesselina Newman di ClientEarth ha aggiunto che il messaggio è chiaro: i governi devono agire concretamente sulle emissioni per proteggere i diritti umani.
La sentenza della CEDU potrebbe accelerare la transizione dalle fonti di energia fossile a quelle rinnovabili e potrebbe avere impatti sul movimento “Giudizio universale”, che sta portando avanti azioni legali contro lo Stato italiano per l’inazione climatica. La decisione della CEDU segna un importante passo avanti nel riconoscimento dell’urgenza climatica e dell’obbligo dei governi di agire.